RANDOM DELICATESSEN
musiche brutte
sabato 7 luglio 2007
AA.VV. - "JK Tapes 1" (JK Tapes, 2007)

Peter Friel è il tipo di Chicago che sta dietro l’etichetta JK Tapes, e che sia un appassionato dell’universo Not Not Fun non ci sono dubbi. La sua prima uscita è questa doppia raccolta in cassetta che quasi per forza, visto il packaging e i nomi coinvolti, richiama all’occhio e alle orecchie la label di Los Angeles – e il sottoscritto non può che gioirne, figuriamoci.

Nello specifico, “JK Tapes 1” si compone di due nastri da sessanta minuti l’uno registrati veramente male, il che significa che la qualità audio è poco meno che ignobile: ma a noi piace così, giusto. Alcuni gruppi non esistono più, altri non so chi siano, altri ancora li abbiamo visti ingolfare ulteriormente l’adorabile universo osceno del cdr, della cassetta, magari perché no del floppy disc. Sia come sia, “JK Tapes 1” è una compilation definitiva, e se volete avere un’idea di cosa agita le acque del peggior underground americano, non avete che da tuffarvi qui dentro.

Il materiale è molto vario. La prima delle due cassette spazia dall’out rock con venature “no” (gente come Shearing Pinx e Silver Daggers, ma anche gli indimenticati Rose For Bohdan e i miei personali pupilli Child Pornography), a certo rock artistoide rovinato (Gowns, Panther), con in mezzo parentesi folk freak ma non troppo (Horse Head, End Springs, senza contare i Wolf Tracks), elettronica spastica (Scissor Shock, Nicholas Gitomer), stoner/metal o presunto tale (Goliath Bird Eater, New Grenada), e soprattutto una cosa a firma The Stomach Aches che pare un mongo-country elettroide.

Il secondo nastro è più schizofrenico. Sul primo lato a prendere il sopravvento è la componente si direbbe pop (c’è persino una cover di Snowball in Hell dei They Might Be Giants a firma Jacob Smigel), a metà tra canzonette folkie, pop-wave-punk indieggiante, country campagnolo e cantautorato intimista. I vari Sink Charter, Tent City ecc ecc rilassano, e a parte qualche zampata che non so se attribuire allo stesso Friel (che ha missato i brani tra loro partorendo ogni tanto qualche cacofonia involontaria), si tratta della mezz’ora che personalmente mi ha esaltato di meno. Sul retro invece è tutta una fila di dark droning elettronico, noise più o meno spinto, incazzature harsh, e firme-garanzia quali Kevin Shields e Haunted Castle.

Insomma, “JK Tapes 1” è una specie di best of dei nuovi sotterranei principalmente californiani, con pure qualche puntata in Canada, paese che ultimamente molto sta dando alle musiche brutte di ogni genere e sorta. La qualità media dei singoli brani è insolitamente alta, l’oggetto è a dir poco grazioso, e il signor Friel, con cui ho scambiato qualche mail un mesetto fa, un tipo simpatico. Andate a rifornirvi, il suo sito lo trovate qui.

1 Comments:
Anonymous Anonimo said...
molto bravi

monostre-ss