RANDOM DELICATESSEN
musiche brutte
mercoledì 8 agosto 2007
V.A. – “The Fruit Will Rot Vol. 3” (Deathbomb Arc, 2007)
Terzo capitolo della serie Fruit Will Rot di casa Deathbomb Arc, nove cdr 3” per altrettanti progetti di musica “elettronica”, ciascuno alle prese con materiale inedito: ecco l’ultima uscita della label di Brian Miller, con tanto di (ormai siamo abituati) confezione-gioiello da tenere in bella mostra sullo scaffale. La cosa interessante è che i gruppi qui presenti si danno da fare con un’elettronica perlopiù costruita sul beat o quantomeno su qualche architettura traballante. E d’accordo, sono sempre architetture stuprate e offese, ma insomma, almeno non è la solita uscita harsh-punto-e-basta.

Il primo cd è di Vankmen: speedcore a manetta, gabber a velocità quadrupla, e come parentesi un po’ di frequenze ultradistorte; il pezzo più lungo dura due minuti e quarantacinque secondi ed è una specie di suite coattissima con in mezzo grugniti, rullate breakcore e sfuriate industrial.
Atmosfere appena un po’ più composte (si fa per dire) per Mincement Or Tenspeed, che almeno tiene i bmp sotto soglie decenti e armeggia più che altro con una forma di rozzissima elettronica homemade mai troppo urticante (voglio dire: per chi almeno questi suoni li frequenta). A suo modo, persino musicale: ascoltatevi Queen Bee.
I Tik//Tik fanno una specie di industrial music demenziale, ogni tanto c’è persino qualche traccia di canzone (Jazz Piggy), e chiudono con una No Rest in due parti che è puro caos trashissimo.
Gli Unicorn Hard-On sono praticamente il motivo per cui ho comprato questa raccolta, e come al solito non deludono: due lunghe tracce di nove minuti l’una, assurdiste e colorate, tutte saltelli e suonetti scemi, un po’ videogame un po’ psichedelia per infanti. In mezzo alle brutture contenute negli altri cd fanno un’impressione strana, direi di tenerezza – e meno male che ci sono, dico io.
Realicide è un altro cafone che fa shit-electro tutta drill e crash e bum e bam. Da segnalare una traccia numero sei piuttosto stralunata, lenta e con un che di blueseggiante (più o meno), che lo fa assomigliare a una versione amatoriale di Foetus.
Poi: da uno che si fa chiamare Toilet e che riempie il suo 3” di sedici tracce della durata media di un minuto e trenta seconda l’una, che vi aspettate? E invece accidenti, è una delle prove migliori. Se capisco bene il tipo è svedese, il che spiega in parte l’eccentricità della proposta rispetto ai colleghi di compilation: siamo, per sommi capi, molto vicini a certa electro-plunder-gabba (la definizione l’ho inventata adesso) di casa Wwilko, con in più qualche spruzzata alla Otto Von Shirach che non fa mai male, fitta di sample bizzarri e stranezze di ogni sorta. Il risultato è un collage che pesca a caso tra musichette folk, rigurgiti metal, scelleratezze disco e raddoppi techno, per una musica che non sta mai ferma, sempre su di giri, sempre allegra. Il sito del nostro si chiama “be happy or die”, quindi capite da voi.
Nero’s Day at Disneyland è un altro schizzato che ha pubblicato anche su Cock Rock Disco, il che più o meno lo avvicina, se non altro per attitudine, allo stesso The Toilet, anche se qui il suono è molto più incastrato e barattoloso rispetto a quello dello svedese succitato. Non male, ma un paio di anni fa mi avrebbe divertito di più.
Gli Eustachian sono un altro progetto un po’ speedcore un po’ cazzeggio-music, che è un po’ la controparte elettronica della merda-music inventata dal famigerato Federico Savini sulle pagine di un noto forum musicale italiano, e che adesso vanta persino una room clandestina dalle parti di Soulseek. In sé le nove tracce del loro 3” non sono male, ma arrivati a questo punto il vostro è sfinito: sono quasi due ore e mezza che "Fruit Will Rot Vol.3" assilla il vicinato, e un po’ sta assillando anche me. Otto cdr, sebbene in formato 3”, messi assieme possono essere molto lunghi.
Così, quando arriva la volta dei Beach Balls , e alla prima traccia vengo aggredito da una scarica di power electroncis a 600 bmp, non reggo più. Fortunatamente quello che segue varia tra parodie hip hop (una cosa intitolata, curiosamente, Skip This Track: Seriously) e allunghi drone-subliminali (Case Sensitivity), prima di chiudere con la solita sfuriata harsh a titolo Funky Punch, che dalla sua vanta anche una coda simil-electro.

Che dire, è interessante notare il flirt, non ancora sbocciato appieno, tra i sottoboschi di area (sommariamente) out-noise e le frange più deliranti di certa musica digitale. Il periodo d’oro dei vari Jason Forrest, lo stesso Von Schirach, e perché no Passenger of Shit è passato da un po’, ma lo sposalizio era nell’aria. Senza contare che la Deathbomb Arc ha sempre avuto un occhio di riguardo per certa elettronica “obliqua”, e un tipo come Captain Ahab può confermare. Se poi quella del terzo volume di “The Fruit Will Rot” è veramente una tendenza, come afferma esplicitamente il sito dell’etichetta (“this 3rd set focuses on a new groing trend in music. The trend of blurring the line between noise and beat driven electronics”) lo dirà il tempo. Intanto un’altra raccolta-monstre tanto assassina quanto, a dosi controllate, estremamente divertente.

1 Comments:
Anonymous Anonimo said...
o bravi molt .